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Un piano B in caso di emergenza nella supply chain?

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Un piano B in caso di emergenza nella supply chain?

Il 66% delle aziende non ha un piano di riserva in caso di emergenza nella supply chain. Neanche la tua? Allora è il momento di ripensare la tua strategia di approvvigionamento.

Qual è la situazione attuale?

Da uno studio recente condotto dal Chartered Institute of Procurement and Supply (CIPS) è emerso che i due terzi degli acquirenti nel Regno Unito non hanno predisposto una strategia di mitigazione dei rischi per la propria supply chain, nonostante eventuali interruzioni della fornitura possano causare danni ingenti, talora irreparabili, a livello economico, reputazionale e legale.

Il CIPS ha anche scoperto che appena l’11% dei responsabili della supply chain britannici ritiene di avere un rapporto stretto con i propri fornitori, mentre il 65% ha dichiarato di interfacciarsi solo con i fornitori di primo livello o di non intrattenere alcun rapporto con i fornitori. Ne emerge un quadro poco rassicurante per quanto riguarda la trasparenza della supply chain, la gestione dei rischi, l’etica e la sostenibilità.

David Noble, Amministratore Delegato del CIPS, ha commentato: “Le aziende possono esternalizzare la produzione delle merci a fornitori lontani, ma non possono allontanare la responsabilità per le condizioni in cui tali merci vengono prodotte e per le fonti di approvvigionamento delle materie prime.”

Le best practice prevedono che le aziende conoscano a fondo i propri fornitori. Molti professionisti del procurement sono certi di possedere tutte le informazioni necessarie, ma in realtà hanno un quadro incompleto della situazione.”

Cosa possono fare gli acquirenti per ridurre i rischi se si dovesse verificare un’emergenza nella supply chain?

Le community di Achilles garantiscono maggiore visibilità sui dati relativi ai fornitori. Gli acquirenti potranno così attingere a tutta una serie di preziose informazioni sui fornitori, che raccogliamo per loro grazie ai nostri questionari di prequalificazione. I dati forniti spaziano dai risultati finanziari alle performance in materia di salute e sicurezza sul lavoro, consentendo agli acquirenti di ridurre i rischi più efficacemente.

Come funziona il modello di community Achilles?

Gli acquirenti potranno, per esempio, scoprire se i fornitori hanno avuto di recente problemi finanziari, o se hanno prestazioni deludenti in materia di salute e sicurezza, in modo da prendere decisioni più ponderate sulle aziende con cui collaborare. Inoltre siamo pronti a fornire alternative, qualora un fornitore si rivelasse non all’altezza delle aspettative, indicando all’interno delle nostre community un’ampia gamma di fornitori prequalificati che operano nel rispetto delle normative vigenti e in conformità con gli standard e le politiche del settore.

Scopri di più sul nostro questionario di prequalificazione per fornitori.

Quali sono gli altri aspetti da considerare in un piano di riserva per la supply chain?

Il CIPS sottolinea l’utilità di effettuare regolarmente audit dei fornitori. Achilles non si limita a convalidare le informazioni fornite durante il processo di prequalificazione, ma svolge anche audit dei sistemi di gestione dei fornitori, sia in loco, sia da remoto.

Scopri di più sugli audit dei fornitori. 

Lo studio condotto dal CIPS ha dimostrato che audit regolari e solidi rapporti con i fornitori vanno di pari passo: il 65% degli acquirenti che ritiene di avere un buon rapporto con i propri fornitori esegue molteplici audit nel corso dell’anno, un valore che scende al 35% tra le aziende che non collaborano da vicino con i fornitori.

Questi dati confermano ancora una volta l’importanza della convalida dei fornitori per prevenire le interruzioni alla supply chain e le conseguenze che comportano.

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